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0016

Il teatro di Andromeda


Un gioiello incastonato tra i monti di Sicilia
di Margherita Arancio

Un teatro all’aperto è un gioiello incastonato sui Monti Sicani in territorio di Santo Stefano Quisquina (AG). Il teatro di Andromeda, con un palco circolare che riproduce la costellazione di Andromeda in mezzo al nulla, a mille metri di altezza, da dove si vede il mare e si scorge l’Isola di Pantelleria.

Il teatro, frutto di un lavoro decennale trasuda di storia e passione. La maestria del suo creatore, un pastore del luogo, Lorenzo Reina, che di giorno portava a pascolare le pecore e di notte nella stalla scolpiva alabastri, si riflette in ogni statua in ogni pietra. L’ingresso è adornato da sculture in pietra che si mimetizzano con la bellezza naturale circostante creando un ‘aurea di mistero, per accedervi bisogna passare per una porta che ti farà entrare in un'altra dimensione.

Un'opera d’arte che incanterà gli occhi e lascerà a bocca aperta ogni visitatore. E' un opera da scoprire nella vostra avventura Siciliana. Poco distante dal teatro si trova l’eremo di Santa Rosalia, che proprio in questa grotta decise di vivere e pregare Rosalia appena bambina per scappare dalla famiglia che la voleva sposa. Visse qui per 12 anni (1150- 1162).

In una parete rocciosa è ancora possibile leggere una sua incisione “Ego Rosalia Sinibaldi Quisquine et Rosarum Domina filia amore mei Jesu Cristi in hoc antro habitari decrevi" . Spiega di vivere lì per amore di Gesù. Successivamente si rifugiò in una grotta sul Monte Pellegrino a Palermo dove nell’ultimo periodo della sua vita si fece murare all’interno della grotta dove morì a 35 anni diventando la Santa protettrice della Città.

Il 13 febbraio 1625 il saponaro Vincenzo Bonelli disperato per aver perso la giovane moglie a causa della peste, si vestì da cacciatore e con cane e fucile salì sul monte Pellegrino per suicidarsi. Gli apparve Rosalia con volto splendente e come un Angelo che fermò il gesto suicida, lo condusse verso la grotta e gli disse "che doveva confessarsi e che sarebbe morto anche lui di peste” .

Gli disse di raccontare tutto al Cardinale che, dopo il racconto, convocò la commissione dei teologi. Il Bonelli è conosciuto anche come “il cacciatore”.

Durante la festa della Santa si consumano cibi che fanno parte della tradizione popolare: pasta cu i sardi e finucchieddri cu a muddrica, babbaluci, sfincione, purpu, calia e simenza.

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Il teatro di Andromeda


Un gioiello incastonato tra i monti di Sicilia
di Margherita Arancio

Un teatro all’aperto è un gioiello incastonato sui Monti Sicani in territorio di Santo Stefano Quisquina (AG). Il teatro di Andromeda, con un palco circolare che riproduce la costellazione di Andromeda in mezzo al nulla, a mille metri di altezza, da dove si vede il mare e si scorge l’Isola di Pantelleria.

Il teatro, frutto di un lavoro decennale trasuda di storia e passione. La maestria del suo creatore, un pastore del luogo, Lorenzo Reina, che di giorno portava a pascolare le pecore e di notte nella stalla scolpiva alabastri, si riflette in ogni statua in ogni pietra. L’ingresso è adornato da sculture in pietra che si mimetizzano con la bellezza naturale circostante creando un ‘aurea di mistero, per accedervi bisogna passare per una porta che ti farà entrare in un'altra dimensione.

Un'opera d’arte che incanterà gli occhi e lascerà a bocca aperta ogni visitatore. E' un opera da scoprire nella vostra avventura Siciliana. Poco distante dal teatro si trova l’eremo di Santa Rosalia, che proprio in questa grotta decise di vivere e pregare Rosalia appena bambina per scappare dalla famiglia che la voleva sposa. Visse qui per 12 anni (1150- 1162).

In una parete rocciosa è ancora possibile leggere una sua incisione “Ego Rosalia Sinibaldi Quisquine et Rosarum Domina filia amore mei Jesu Cristi in hoc antro habitari decrevi" . Spiega di vivere lì per amore di Gesù. Successivamente si rifugiò in una grotta sul Monte Pellegrino a Palermo dove nell’ultimo periodo della sua vita si fece murare all’interno della grotta dove morì a 35 anni diventando la Santa protettrice della Città.

Il 13 febbraio 1625 il saponaro Vincenzo Bonelli disperato per aver perso la giovane moglie a causa della peste, si vestì da cacciatore e con cane e fucile salì sul monte Pellegrino per suicidarsi. Gli apparve Rosalia con volto splendente e come un Angelo che fermò il gesto suicida, lo condusse verso la grotta e gli disse "che doveva confessarsi e che sarebbe morto anche lui di peste” .

Gli disse di raccontare tutto al Cardinale che, dopo il racconto, convocò la commissione dei teologi. Il Bonelli è conosciuto anche come “il cacciatore”.

Durante la festa della Santa si consumano cibi che fanno parte della tradizione popolare: pasta cu i sardi e finucchieddri cu a muddrica, babbaluci, sfincione, purpu, calia e simenza.

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Il teatro di Andromeda


Un gioiello incastonato tra i monti di Sicilia
di Margherita Arancio

Un teatro all’aperto è un gioiello incastonato sui Monti Sicani in territorio di Santo Stefano Quisquina (AG). Il teatro di Andromeda, con un palco circolare che riproduce la costellazione di Andromeda in mezzo al nulla, a mille metri di altezza, da dove si vede il mare e si scorge l’Isola di Pantelleria.

Il teatro, frutto di un lavoro decennale trasuda di storia e passione. La maestria del suo creatore, un pastore del luogo, Lorenzo Reina, che di giorno portava a pascolare le pecore e di notte nella stalla scolpiva alabastri, si riflette in ogni statua in ogni pietra. L’ingresso è adornato da sculture in pietra che si mimetizzano con la bellezza naturale circostante creando un ‘aurea di mistero, per accedervi bisogna passare per una porta che ti farà entrare in un'altra dimensione.

Un'opera d’arte che incanterà gli occhi e lascerà a bocca aperta ogni visitatore. E' un opera da scoprire nella vostra avventura Siciliana. Poco distante dal teatro si trova l’eremo di Santa Rosalia, che proprio in questa grotta decise di vivere e pregare Rosalia appena bambina per scappare dalla famiglia che la voleva sposa. Visse qui per 12 anni (1150- 1162).

In una parete rocciosa è ancora possibile leggere una sua incisione “Ego Rosalia Sinibaldi Quisquine et Rosarum Domina filia amore mei Jesu Cristi in hoc antro habitari decrevi" . Spiega di vivere lì per amore di Gesù. Successivamente si rifugiò in una grotta sul Monte Pellegrino a Palermo dove nell’ultimo periodo della sua vita si fece murare all’interno della grotta dove morì a 35 anni diventando la Santa protettrice della Città.

Il 13 febbraio 1625 il saponaro Vincenzo Bonelli disperato per aver perso la giovane moglie a causa della peste, si vestì da cacciatore e con cane e fucile salì sul monte Pellegrino per suicidarsi. Gli apparve Rosalia con volto splendente e come un Angelo che fermò il gesto suicida, lo condusse verso la grotta e gli disse "che doveva confessarsi e che sarebbe morto anche lui di peste” .

Gli disse di raccontare tutto al Cardinale che, dopo il racconto, convocò la commissione dei teologi. Il Bonelli è conosciuto anche come “il cacciatore”.

Durante la festa della Santa si consumano cibi che fanno parte della tradizione popolare: pasta cu i sardi e finucchieddri cu a muddrica, babbaluci, sfincione, purpu, calia e simenza.

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