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Borghi d’Italia


Una giornata a Pacentro in provincia di L'Aquila



di Elvio

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La famiglia Caldora originaria della Provenza fu una delle sette casate nobiliari del Regno di Napoli; dal capostipite Ponzio Caldora, a partire dalla seconda metà del XIII secolo, si originarono un ramo francese che restò in Provenza e un ramo Italiano che si trasferì in Italia al seguito del Re Carlo I d’Angiò partecipando alla conquista del Regno delle Due Sicilie. Nel periodo di massima potenza i domini dei Caldora si estendevano in Abruzzo, Molise, Lazio Campania e Puglia comprendendo 56 feudi. La stirpe del ramo Italiano dei Caldora, di cui Giacomo fu il più noto, si estinse nel 1552 con Berlinghiero III che morì senza eredi, annegato nel fiume Stura di Demonte.

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Oltre ai fatti storici di cui la famiglia fu protagonista nella guerra tra Angioini e Aragona per il possesso del Regno di Napoli, dei Caldora restano molte strutture, castelli e palazzi, o ampliate/modificate su strutture preesistenti o costruite ex novo; erano costruite generalmente per scopi militari di difesa e presidio dei territori ma anche di tipo residenziale come, ad esempio il magnifico Palazzo D’Avalos, a Vasto, edificato proprio da Giacomo Caldora; tra le tante, il castello di Pacentro si distingue per la particolare architettura in stile gotico; sulla sommità del borgo antico innalza al cielo le sue tre alte torri: la torre dell’ASSEDIO in ricordo di un lungo assedio subito nel 1229; la torre del RE cosi chiamata per via della cerimonia che vi si svolgeva di investitura del FEUDATARIO; la torre del nord est o del FANTASMA risalente alla fine del XIV secolo. Successivamente furono aggiunti 3 bastioni circolari sul modello di quelli a difesa dell’omonimo CASTELLO CALDORESCO che si trova in centro città a Vasto dove , per inciso, a distanza di poche decine di metri si trova un’altra struttura difensiva, la possente TORRE di BASSANO anche questa opera di Giacomo. Imponente nella sua struttura, con le sue alte torri svettanti a disegnare il cielo il Castello di Pacentro, ottimamente conservato e manutenuto merita una attenta visita che il biglietto di ingresso, di appena 2 euro, non paga minimamente.

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Dopo la interessantissima visita al castello, occasione anche per un tuffo nella storia passata della nostra Italia, il resto della giornata ci ha regalato la bellezza della montagna sulla quale è arrampicato il borgo; da qui la magnifica vista sulla valle Peligna e su Sulmona, patria del poeta Publio Ovidio Nasone al quale dobbiamo il poema “Ars amatoria”. Il borgo offre alla ammirazione dei visitatori i suoi quartieri medioevali ricchi di angoli e scorci paesaggistici affascinanti. Gentili e affabili gli abitanti , secondo costume abruzzese e molti i turisti inglesi incontrati per le stradine e gli stretti vicoli del borgo antico.

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Dopo tanta bellezza e tanta storia relax e ottimo pranzo alla TAVERNA dei CALDORA in piazza Umberto I , un bel locale, caratteristico, con vista sulla valle; piatti dai sapori inebrianti, straccetti di agnello dorati e fritti con scapece di verdure e crema di patate, maccheroni alla chitarra con zafferano di Navelli e tartufo, funghi porcini appena raccolti alla brace , ottimo Montepulciano della cantina Malandrino e, per finire in dolcezza, crema chantilly con scaglie di cioccolato fondente e cantucci inzuppati nella ratafià; caffè doppio per finire.

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Una giornata a Pacentro in provincia di L'Aquila



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La famiglia Caldora originaria della Provenza fu una delle sette casate nobiliari del Regno di Napoli; dal capostipite Ponzio Caldora, a partire dalla seconda metà del XIII secolo, si originarono un ramo francese che restò in Provenza e un ramo Italiano che si trasferì in Italia al seguito del Re Carlo I d’Angiò partecipando alla conquista del Regno delle Due Sicilie. Nel periodo di massima potenza i domini dei Caldora si estendevano in Abruzzo, Molise, Lazio Campania e Puglia comprendendo 56 feudi. La stirpe del ramo Italiano dei Caldora, di cui Giacomo fu il più noto, si estinse nel 1552 con Berlinghiero III che morì senza eredi, annegato nel fiume Stura di Demonte.

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Oltre ai fatti storici di cui la famiglia fu protagonista nella guerra tra Angioini e Aragona per il possesso del Regno di Napoli, dei Caldora restano molte strutture, castelli e palazzi, o ampliate/modificate su strutture preesistenti o costruite ex novo; erano costruite generalmente per scopi militari di difesa e presidio dei territori ma anche di tipo residenziale come, ad esempio il magnifico Palazzo D’Avalos, a Vasto, edificato proprio da Giacomo Caldora; tra le tante, il castello di Pacentro si distingue per la particolare architettura in stile gotico; sulla sommità del borgo antico innalza al cielo le sue tre alte torri: la torre dell’ASSEDIO in ricordo di un lungo assedio subito nel 1229; la torre del RE cosi chiamata per via della cerimonia che vi si svolgeva di investitura del FEUDATARIO; la torre del nord est o del FANTASMA risalente alla fine del XIV secolo. Successivamente furono aggiunti 3 bastioni circolari sul modello di quelli a difesa dell’omonimo CASTELLO CALDORESCO che si trova in centro città a Vasto dove , per inciso, a distanza di poche decine di metri si trova un’altra struttura difensiva, la possente TORRE di BASSANO anche questa opera di Giacomo. Imponente nella sua struttura, con le sue alte torri svettanti a disegnare il cielo il Castello di Pacentro, ottimamente conservato e manutenuto merita una attenta visita che il biglietto di ingresso, di appena 2 euro, non paga minimamente.

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Dopo la interessantissima visita al castello, occasione anche per un tuffo nella storia passata della nostra Italia, il resto della giornata ci ha regalato la bellezza della montagna sulla quale è arrampicato il borgo; da qui la magnifica vista sulla valle Peligna e su Sulmona, patria del poeta Publio Ovidio Nasone al quale dobbiamo il poema “Ars amatoria”. Il borgo offre alla ammirazione dei visitatori i suoi quartieri medioevali ricchi di angoli e scorci paesaggistici affascinanti. Gentili e affabili gli abitanti , secondo costume abruzzese e molti i turisti inglesi incontrati per le stradine e gli stretti vicoli del borgo antico.

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Dopo tanta bellezza e tanta storia relax e ottimo pranzo alla TAVERNA dei CALDORA in piazza Umberto I , un bel locale, caratteristico, con vista sulla valle; piatti dai sapori inebrianti, straccetti di agnello dorati e fritti con scapece di verdure e crema di patate, maccheroni alla chitarra con zafferano di Navelli e tartufo, funghi porcini appena raccolti alla brace , ottimo Montepulciano della cantina Malandrino e, per finire in dolcezza, crema chantilly con scaglie di cioccolato fondente e cantucci inzuppati nella ratafià; caffè doppio per finire.

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Oltre ai fatti storici di cui la famiglia fu protagonista nella guerra tra Angioini e Aragona per il possesso del Regno di Napoli, dei Caldora restano molte strutture, castelli e palazzi, o ampliate/modificate su strutture preesistenti o costruite ex novo; erano costruite generalmente per scopi militari di difesa e presidio dei territori ma anche di tipo residenziale come, ad esempio il magnifico Palazzo D’Avalos, a Vasto, edificato proprio da Giacomo Caldora; tra le tante, il castello di Pacentro si distingue per la particolare architettura in stile gotico; sulla sommità del borgo antico innalza al cielo le sue tre alte torri: la torre dell’ASSEDIO in ricordo di un lungo assedio subito nel 1229; la torre del RE cosi chiamata per via della cerimonia che vi si svolgeva di investitura del FEUDATARIO; la torre del nord est o del FANTASMA risalente alla fine del XIV secolo. Successivamente furono aggiunti 3 bastioni circolari sul modello di quelli a difesa dell’omonimo CASTELLO CALDORESCO che si trova in centro città a Vasto dove , per inciso, a distanza di poche decine di metri si trova un’altra struttura difensiva, la possente TORRE di BASSANO anche questa opera di Giacomo. Imponente nella sua struttura, con le sue alte torri svettanti a disegnare il cielo il Castello di Pacentro, ottimamente conservato e manutenuto merita una attenta visita che il biglietto di ingresso, di appena 2 euro, non paga minimamente.

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Dopo la interessantissima visita al castello, occasione anche per un tuffo nella storia passata della nostra Italia, il resto della giornata ci ha regalato la bellezza della montagna sulla quale è arrampicato il borgo; da qui la magnifica vista sulla valle Peligna e su Sulmona, patria del poeta Publio Ovidio Nasone al quale dobbiamo il poema “Ars amatoria”. Il borgo offre alla ammirazione dei visitatori i suoi quartieri medioevali ricchi di angoli e scorci paesaggistici affascinanti. Gentili e affabili gli abitanti , secondo costume abruzzese e molti i turisti inglesi incontrati per le stradine e gli stretti vicoli del borgo antico.

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Dopo tanta bellezza e tanta storia relax e ottimo pranzo alla TAVERNA dei CALDORA in piazza Umberto I , un bel locale, caratteristico, con vista sulla valle; piatti dai sapori inebrianti, straccetti di agnello dorati e fritti con scapece di verdure e crema di patate, maccheroni alla chitarra con zafferano di Navelli e tartufo, funghi porcini appena raccolti alla brace , ottimo Montepulciano della cantina Malandrino e, per finire in dolcezza, crema chantilly con scaglie di cioccolato fondente e cantucci inzuppati nella ratafià; caffè doppio per finire.

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