I frutti antichi e dimenticatiTra Castelli del Piacentinodegustazione di sapori veri di Francesco Di Bartolomeo Il fascino di un castello, come quello di Paderna, a pochi chilometri da Piacenza, un luogo ideale per immergersi nella storia tra banchi, che sembrano non aver perso la patina medioevale di un mercato all’aperto, dove ritrovi frutti antichi, cestai, antiche manifatture di abiti, cappelli fatti a mano e tanti arbusti, alberi e fiori e qualche scultura ricavata da vecchi ferri recuperati. Una visita che mi ha stupito: una vera sorpresa per la bellezza incontaminata del luogo in un’ atmosfera vera, autentica, quattrocentesca. La grande distribuzione ci ha ormai abituato al “non gusto” e molto spesso l’ aspetto esteriore inganna. Assaggiare una mela annurca o una limoncella o una appiola o una mela del sangue. Credetemi, cari amici, è una vera emozione. Per non parlare della pera del curato o la cocomerina o quella della madernassa. E’ come affidare alla storia questi frutti, che erano quelli che ritrovate nel cesto del Caravaggio, o in quei meli che tra Rovereto e Trento gustava, esaltandoli, Wolfgang Amadeus Mozart. Qualcuno di questi frutti addirittura risale ai tempi dei Romani e del Medioevo. Non è un vero cammino a ritroso ritrovare il sapore di quei tempi antichi? Un riprendere per un momento una autenticità che è resistita ai tempi, alle battaglie, alle guerre e alle distruzioni. Ma è anche stata protagonista di ricche libagioni, di sfarzosi banchetti. Oppure, per entrare nella sfera romantica, sotto un antico albero di mele si consumavano incontri amorosi e tradimenti con la complicità delle folte chiome e dell’ oscurità. Quante sensazioni ci riporta il pensiero che questa frutta ha attraversato la storia e le passioni di tanti uomini e donne. Mi ha colpito un vecchio giuggiolo: bellissimo con questi frutti che Petrarca amava. C’è stato anche il tempo per una sosta gastronomica con una immancabile polenta goncia e un cotechino con un buon bicchiere di Gutturnio…..naturalmente.
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I frutti antichi e dimenticatiTra Castelli del Piacentinodegustazione di sapori veri di Francesco Di Bartolomeo Il fascino di un castello, come quello di Paderna, a pochi chilometri da Piacenza, un luogo ideale per immergersi nella storia tra banchi, che sembrano non aver perso la patina medioevale di un mercato all’aperto, dove ritrovi frutti antichi, cestai, antiche manifatture di abiti, cappelli fatti a mano e tanti arbusti, alberi e fiori e qualche scultura ricavata da vecchi ferri recuperati. Una visita che mi ha stupito: una vera sorpresa per la bellezza incontaminata del luogo in un’ atmosfera vera, autentica, quattrocentesca. La grande distribuzione ci ha ormai abituato al “non gusto” e molto spesso l’ aspetto esteriore inganna. Assaggiare una mela annurca o una limoncella o una appiola o una mela del sangue. Credetemi, cari amici, è una vera emozione. Per non parlare della pera del curato o la cocomerina o quella della madernassa. E’ come affidare alla storia questi frutti, che erano quelli che ritrovate nel cesto del Caravaggio, o in quei meli che tra Rovereto e Trento gustava, esaltandoli, Wolfgang Amadeus Mozart. Qualcuno di questi frutti addirittura risale ai tempi dei Romani e del Medioevo. Non è un vero cammino a ritroso ritrovare il sapore di quei tempi antichi? Un riprendere per un momento una autenticità che è resistita ai tempi, alle battaglie, alle guerre e alle distruzioni. Ma è anche stata protagonista di ricche libagioni, di sfarzosi banchetti. Oppure, per entrare nella sfera romantica, sotto un antico albero di mele si consumavano incontri amorosi e tradimenti con la complicità delle folte chiome e dell’ oscurità. Quante sensazioni ci riporta il pensiero che questa frutta ha attraversato la storia e le passioni di tanti uomini e donne. Mi ha colpito un vecchio giuggiolo: bellissimo con questi frutti che Petrarca amava. C’è stato anche il tempo per una sosta gastronomica con una immancabile polenta goncia e un cotechino con un buon bicchiere di Gutturnio…..naturalmente.
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I frutti antichi e dimenticatiTra Castelli del Piacentinodegustazione di sapori veri di Francesco Di Bartolomeo Il fascino di un castello, come quello di Paderna, a pochi chilometri da Piacenza, un luogo ideale per immergersi nella storia tra banchi, che sembrano non aver perso la patina medioevale di un mercato all’aperto, dove ritrovi frutti antichi, cestai, antiche manifatture di abiti, cappelli fatti a mano e tanti arbusti, alberi e fiori e qualche scultura ricavata da vecchi ferri recuperati. Una visita che mi ha stupito: una vera sorpresa per la bellezza incontaminata del luogo in un’ atmosfera vera, autentica, quattrocentesca. La grande distribuzione ci ha ormai abituato al “non gusto” e molto spesso l’ aspetto esteriore inganna. Assaggiare una mela annurca o una limoncella o una appiola o una mela del sangue. Credetemi, cari amici, è una vera emozione. Per non parlare della pera del curato o la cocomerina o quella della madernassa. E’ come affidare alla storia questi frutti, che erano quelli che ritrovate nel cesto del Caravaggio, o in quei meli che tra Rovereto e Trento gustava, esaltandoli, Wolfgang Amadeus Mozart. Qualcuno di questi frutti addirittura risale ai tempi dei Romani e del Medioevo. Non è un vero cammino a ritroso ritrovare il sapore di quei tempi antichi? Un riprendere per un momento una autenticità che è resistita ai tempi, alle battaglie, alle guerre e alle distruzioni. Ma è anche stata protagonista di ricche libagioni, di sfarzosi banchetti. Oppure, per entrare nella sfera romantica, sotto un antico albero di mele si consumavano incontri amorosi e tradimenti con la complicità delle folte chiome e dell’ oscurità. Quante sensazioni ci riporta il pensiero che questa frutta ha attraversato la storia e le passioni di tanti uomini e donne. Mi ha colpito un vecchio giuggiolo: bellissimo con questi frutti che Petrarca amava. C’è stato anche il tempo per una sosta gastronomica con una immancabile polenta goncia e un cotechino con un buon bicchiere di Gutturnio…..naturalmente.
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